L’aborto spontaneo è un argomento di cui si parla ancora poco, nonostante riguardi almeno il 15% delle gravidanze e sia nella maggior parte dei casi un evento davvero traumatico per la donna, difficile da affrontare e quasi impossibile da superare in autonomia.
Cosa significa aborto spontaneo
Con il termine aborto spontaneo si indica una gravidanza che viene interrotta spontaneamente durante i primi 180 giorni di gestazione: di questi 180 giorni, il primo trimestre resta comunque il periodo statisticamente più rischioso.
È infatti più frequente nel corso delle prime dodici settimane, ma nulla vieta che possa verificarsi anche successivamente.
L’interruzione della gravidanza può essere completa quando si ha una totale espulsione dell’embrione ormai senza vita, oppure incompleta se non si percepisce più attività cardiaca, ma la gravidanza è ancora presente in modo completo o parziale nella cavità uterina.
Quali sono le cause dell’aborto spontaneo
Le cause che possono portare a un’interruzione di gravidanza sono purtroppo tante e spesso non sono facili da individuare. Le principali sono:
- malformazioni acquisite, tipo polipi o fibromi, oppure congenite come ad esempio l’utero setto;
- anomalie cromosomiche che purtroppo aumentano con l’avanzare dell’età della donna ed è stato dimostrato che è tra le cause più frequenti di aborto.
- incontinenza cervicale che provoca l’allargamento del collo uterino fin dai primi mesi di gravidanza conducendo il corpo ad espellere il feto;
- malattie autoimmuni;
- malattie infettive che possono infettare il feto causandone poi la morte (rosolia, toxoplasmosi, citomegalovirus)
- infezioni vaginali pregresse e non adeguatamente curate;
- bassa produzione di progesterone da parte del corpo luteo.
Alcune volte è però difficile dare una risposta a ciò che accade nel corpo di una donna in gravidanza anche con i dovuti approfondimenti e le varie analisi.

Quanto è frequente un aborto spontaneo?
Molto spesso le donne che subiscono un aborto spontaneo evitano di parlare dell’argomento e cercano di superare il trauma in silenzio, con il rischio di generare traumi psicologici difficili da superare.
Il senso di colpa, la paura di aver sbagliato qualcosa e il pensiero di non essere all’altezza, inducono chi perde un bambino a nascondersi, per evitare di essere giudicato.
Parlare e confrontarsi con altre donne che hanno subito una tale perdita è sicuramente la scelta migliore, circa il 15% delle gravidanze viene interrotta da un aborto e nonostante i tentativi di nascondere l’avvenimento è un dolore che non passa e resta per sempre nella mente di chi lo prova.
Tantissimi sono gli aborti misconosciuti che avvengono nei primissimi giorni, quando la donna non sa ancora di essere incinta.
Per quanto possa essere difficile da affrontare, l’aborto è piuttosto naturale e alcune volte indica che qualcosa non sta andando nel verso giusto.
Se non ci credi, pensa che ogni anno, secondo l’OMS, si verificano tra i 40 e i 50 milioni di aborti all’anno, quasi 125000 al giorno (ricorda che queste sono statistiche che includono comunque tutto il mondo, con paesi con condizioni di natalità e salute pubblica di livelli molto diversi tra loro)
In quale periodo può avvenire l’aborto spontaneo?
Gli aborti più frequenti avvengono sicuramente nelle prime settimane di gestazione, circa l’80% del totale.
Il 20% avviene invece tra la tredicesima e ventesima settimana di gestazione. A volte però può esserci un’interruzione di gravidanza anche più avanti, addirittura poco prima del termine previsto per il parto, ma sono casi estremamente rari.
Conviene comunque fare particolare attenzione e ascoltare determinati segnali di pericolo nelle prime 12 settimane: dal terzo mese in poi la gravidanza può essere vissuta con maggiore tranquillità.
Quale è la settimana più a rischio aborto?
Le settimane più a rischio sono sicuramente le prime, quando ancora non si sa della gravidanza, proprio per questo alcuni aborti sono misconosciuti e vengono confusi con un normale ciclo mestruale.
È stato calcolato che il 36% degli aborti avviene entro l’ottava settimana di amenorrea, periodo in cui generalmente si sta per scoprire la gravidanza.
Come si fa a capire se una gravidanza si è interrotta?
Alcuni aborti sono silenti, non hanno alcuna sintomatologia particolare e possono essere scoperti solo attraverso una visita specifica e un’ecografia.
Altre interruzioni si manifestano invece con contrazioni e perdite ematiche più o meno evidenti.
I sintomi possono comunque essere molto diversi da donna a donna: in ogni caso se ci sono perdite e dolori particolari conviene andare immediatamente da un medico.
Se la gravidanza ha già abbondantemente superato le 12 settimane e si iniziano a percepire i primi movimenti del feto, conviene fare una visita quando la donna ha la sensazione di non sentire alcun movimento.

Come riconoscere un aborto in corso?
Dolori, contrazioni e perdite ematiche sono sicuramente i sintomi più evidenti di un’interruzione di gravidanza, se però l’aborto è interno può essere più difficile scoprirlo se non attraverso una visita specifica.
Sensazione di malessere, stanchezza o febbre possono invece essere sintomi di infezione e rischiano di indicare che la gravidanza sia stata interrotta già da qualche tempo.
A cosa fare attenzione
Nonostante le cause di un aborto siano spesso genetiche, cromosomiche o ormonali, occorre evitare alcuni comportamenti sbagliati che possono influire sul buon andamento della gravidanza.
Il fumo, l’abuso di droghe o alcol ed eccessivi sforzi fisici rischiano di causare un aborto spontaneo, soprattutto se la gravidanza è nelle prime settimane o se sono in atto anche altre patologie pregresse.
Purtroppo il rischio di aborto è molto più alto quando la donna ha superato i quarant’anni: oltre questa soglia conviene quindi prestare maggiore attenzione durante una gravidanza.
Cosa fare se dovesse avvenire un aborto spontaneo?
Rivolgersi al medico e andare immediatamente in ospedale è sicuramente la prima cosa da fare nel caso di sospetto aborto. In caso di segni d’infezione o forti sanguinamenti viene spesso predisposto un intervento chirurgico.
Se invece l’aborto è interno e non ci sono segni di infezione, si può attendere qualche giorno che il corpo cerchi di espellere in autonomia l’embrione e la placenta.
In ogni caso è sempre fondamentale il supporto di uno specialista che sia in grado di valutare a fondo la situazione e faccia il possibile per evitare che si verifichino ulteriori problematiche, pericolose anche per la donna o per successive gravidanze.
Fortemente consigliato è anche il supporto psicologico: affrontare in autonomia un momento così difficile può essere molto pericoloso a livello mentale.
Si tratta di un vero e proprio lutto, una delle perdite più difficili da superare, quella di un figlio che anche se non era già tra le nostre braccia era continuamente nei nostri pensieri e lo rimarrà per sempre. Superare l’evento con il supporto di uno specialista è sicuramente il modo migliore per poter andare avanti con maggiore serenità.
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