Sono molti i genitori a chiedersi quando dare l’acqua ai neonati. Non è una domanda da poco, considerato che il lattante per molto tempo si nutre solo di latte. Che fare, quindi, se tra le poppate ha sete? Quando possiamo dare l’acqua al neonato?
In questo articolo proviamo a dare un po’ di risposte, per farti sentire tranquillo su quando dare l’acqua al neonato.
Come capire quando un neonato ha sete?
Cominciamo dai principi: il neonato per i primi sei mesi ha una sola fonte di nutrimento che è il latte, fornito dall’allattamento artificiale o dall’allattamento al seno. Questa fonte di nutrimento non è solo il suo cibo, ma anche la sua principale riserva di idratazione. Avrai infatti notato che il neonato non beve acqua, per un fatto molto semplice: non ne ha bisogno.
Tutta l’acqua di cui ha bisogno il neonato per idratarsi nei primi 6 mesi proviene dal latte stesso. Di fatto, quando il neonato è più giovane di 6 mesi, e quindi non ha ancora iniziato a introdurre cibi solidi con lo svezzamento, capirai che ha sete quando ti chiederà il latte. In pratica, per capire quando ha sete, basterà capire quando ha fame.

Cosa si può dare da bere ai neonati?
Come detto, per i primi 6 mesi l’unica bevanda da dare è il latte, che sia quello materno o quello artificiale. Dallo svezzamento in poi, invece, si può iniziare a limitare le poppate e si può cominciare a offrire più varietà nelle bevande, sempre stando molto attenti ai valori nutrizionali. Se l’acqua (povera di sodio) è sicuramente consigliata, altre bevande potrebbero contenere zuccheri o sale in eccessive quantità e quindi è meglio fare riferimento sempre al tuo pediatra o a un nutrizionista di fiducia.
Valgono sempre consigli elementari come evitare le bevande gassate e ricche di zuccheri – che andrebbero evitate anche da adulti – il caffè e le sostanze stimolanti.
Cosa succede se un neonato beve acqua?
Gli organi del neonato non sono ancora abbastanza sviluppati per gestire una dieta come quella dell’adulto: per questo bisogna aspettare i 6 mesi per introdurre cibi solidi e acqua. L’importanza dell’acqua è indubbia per il benessere degli umani, ma bisogna introdurla nelle giuste quantità. Se non lo sai, esiste l’intossicazione da acqua, che può essere anche fatale. Naturalmente, richiede che vengano ingeriti molti litri di acqua in pochissimo tempo.
I piccoli reni del neonato non sono ancora ben preparati a gestire più acqua di quella ingerita durante le poppate e dunque l’ideale sarebbe non dargliene. Se dovessi dare un po’ d’acqua al piccolo, in piccole quantità, non dovrebbero esserci problemi.
Una volta svezzato, invece, il bambino potrà bere – ricordando sempre che comunque il latte rimarrà parte importante dell’alimentazione almeno fino all’anno e che quindi una grande quantità di acqua verrà introdotta ancora tramite le poppate.
Quanta acqua si può dare ai neonati?
Quando trovi un articolo che indica delle quantità, ricorda sempre che ogni bambino è unico e che queste quantità sono solo indicativa, ma non sono vincolanti: se hai qualche dubbio, è sempre meglio rivolgerti al tuo pediatra di riferimento, che è in grado di vedere il tuo bambino di persona e darti veri consigli personalizzati.
Detto questo, se vuoi sapere quanta acqua dare ai neonati, è assodato che fino ai 6 mesi basta il latte, dai 6 ai 12 mesi il bambino deve assumere circa 800ml di acqua al giorno (ricorda che sta comunque continuando con le poppate, quindi conteggiale), mentre da 1 a 3 anni sarà più vicino a una quantità giornaliera di 1200ml.

Acqua ai neonati: perché il neonato ha il singhiozzo?
L’ingestione troppo rapida di liquidi o eccessiva può causare un riflesso naturale del diaframma che – probabilmente nel tentativo di espellere aria in eccesso – si contrae ripetutamente con il tipico gesto del singhiozzo. Non è detto che possa essere l’acqua a causarlo, o lo stesso latte: nei primi mesi il sistema respiratorio del neonato si sta formando e allenando e questo è un modo che ha il corpo per allenare la muscolatura respiratoria in automatico. In genere il singhiozzo non è un problema, anche se si protrae per un po’, ma se dovesse andare avanti per molto tempo, meglio sentire il pediatra che segue il tuo bambino.
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