Negli anni l’alimentazione del neonato è molto cambiata e l’allattamento è diventato una situazione complessa. In passato si allattava prevalentemente al seno, mentre oggi per motivi lavorativi e organizzativi si sceglie spesso di allattare artificialmente, nonostante le raccomandazioni dell’OMS siano chiare e indichino il latte materno come il miglior alimento possibile almeno fino all’anno di vita del bambino.
La scelta dell’allattamento artificiale può essere data in una conseguenza di una scarsa produzione di latte, se non addirittura dell’assenza di latte, oppure come scelta personale della madre, comunque perfettamente legittima.
In questo articolo parliamo di quando non si riesce ad allattare naturalmente, quali sono i benefici dell’allattamento naturale e di tante altre cose che possono interessarti quando si parla di allattamento.
Ti invito a leggere anche la prima parte dedicata all’alimentazione: “Quanto mangia un neonato”.
Perché non produco latte?
I problemi più ricorrenti per la mancata produzione di latte sono:
- Gestione non ottimale dell’allattamento
- Anomalia della struttura mammaria
- Anomalia del funzionamento delle ghiandole

Durante il periodo di gravidanza è bene partecipare a un corso pre-parto, informarsi sulle modalità di allattamento e come affrontare al meglio l’allattamento.
Esiste anche la possibilità di incorrere in una scarsa produzione di latte, in questo caso viene data indicazione su come gestire l’aggiunta di latte artificiale a quello naturale.
La scarsa produzione di latte può essere causata da un frammento di placenta che non viene espulso con il parto o da problemi con gli equilibri ormonali.
La placenta infatti, produce progesterone che inibisce la produzione di prolattina e quindi la produzione di latte, è bene scoprire le motivazioni di tale problema e risolverle.
Lo stress influisce sulla produzione di latte, un atteggiamento sereno e tranquillo aiuta ad affrontare l’allattamento nel migliore dei modi. La produzione di latte è poi anche influenzata direttamente dalla frequenza con cui si attacca il bambino. Se questo non avviene in quantità e tempistiche sufficienti, si rischia di non produrre abbastanza latte e causare l’interruzione dell’allattamento.
Quanto latte artificiale?
Subito alla nascita il bambino si nutre con poco latte, ma molte volte al giorno.
Sono circa 30ml di latte almeno 6 volte al giorno i pasti in ospedale e aumenteranno seguendo più o meno questo schema:
- 1-2 settimane 60-90 ml 6 volte al giorno
- 1 mese 90-120 ml 6 volte al giorno
- 2 mesi 120-130 ml 6 volte al giorno
- 3 mesi 150-160 ml 6 volte al giorno
- 4 mesi 180 ml 5 volte al giorno
Nonostante le quantità siano chiaramente indicative, può essere una buona abitudine procedere a richiesta anche per quanto riguarda l’allattamento artificiale. In effetti, affidarsi ciecamente alle tabelle nutrizionali con precisione matematica è un’abitudine del passato.
Sono utili per farsi un’idea a grandi linee di quanto dovrebbe mangiare il nostro neonato, ma impareremo presto a regolarci sui livelli di fame del piccolo e prepareremo abbastanza latte per sfamarlo senza esagerare e senza interferire con i ritmi di sonno.
Rimandiamo ovviamente sempre al pediatra le scelte migliori per tuo figlio, in base alla sua struttura fisica e alla richiesta di cibo del bambino. Solo il pediatra o il neonatologo sono in grado di darti le indicazioni precise sulla costituzione del tuo piccolo.
Stabilire insieme allo specialista la tabella dell’alimentazione del tuo bambino è la scelta migliore.
Primo allattamento.
Allattare al seno porta benefici alla mamma e al bambino.
È bene che il contatto tra mamma e figlio avvenga subito dopo la nascita, il posizionamento del bambino sul petto della mamma per un periodo medio lungo aiuta a rafforzare il legame di attaccamento e fa sì che il bambino inizi a cercare il seno in modo naturale.
Compito delle ostetriche è aiutare la mamma a posizionare il bambino nel modo giusto, senza forzare troppo le tempistiche.
Durante la prima poppata sarebbe meglio che il personale medico fosse presente per verificare che l’attacco al seno sia corretto (anche perché errori possono portare a dolori ai capezzoli) ed eventualmente correggere il posizionamento.
Un allattamento efficace prevede che:
- La mamma sia rilassata e non stanca
- Il neonato sia vicino al corpo della madre
- Il corpo del neonato sia ben sostenuto
- Mamma e bambino si guardino negli occhi
- La bocca del neonato sia ben aperta
- Le labbra rivolte verso l’esterno
- Si senta la deglutizione
- Le suzioni siano lente e profonde
- Questo favorisca il sonno del bambino
Ciò che invece comporta un allattamento non efficace sono appunto lo stress e la tensione da parte del neonato e della mamma. L’allattamento al seno deve continuare fino a che mamma E bambino lo desiderano: se l’allattamento è causa di stress, forse è ora di iniziare a ragionare su come interrompere nella maniera più serena.
Un neonato con la bocca chiusa e la mancata suzione e deglutizione sono segni chiari ed evidenti che bisogna migliorare la modalità di allattamento.
Benefici dell’allattamento al seno
Allattare al seno porta benefici sia nel momento in cui avviene, sia a lungo termine.
Allattare al seno inizialmente può essere doloroso e complicato, ma è in grado di far stare meglio sia la mamma che il bambino.
Comporta benefici per il bambino:
- Riduce l’insorgenza di gastroenterite
- Protegge da infezioni respiratorie
- Riduce il rischio di sviluppare allergie
- Migliora lo sviluppo corporeo e della vista
- Migliora lo sviluppo dell’intestino e evita blocchi intestinali
- Trasmissione di anticorpi dalla mamma al bambino (anche se la migliore protezione rimane quella vaccinale)
Benefici per la mamma:
- Il latte è sempre disponibile
- Favorisce il rapporto mamma-bambino
- Aiuta perdere i chili della gravidanza
- Previene il tumore al seno e alle ovaie
- Posticipa il ritorno del ciclo mestruale
- Totalmente gratuito
- Rilassa mamma e bambino
- Diminuisce la probabilità di depressione post-partum

La mamma che non allatta potrebbe andare incontro a difficoltà emotive non indifferenti.
Potrebbe capitare di percepirsi come inutile e le conseguenze di questo stato d’animo portano spesso a incrinare il rapporto tra mamma e bambino.
In questo caso la mamma ha bisogno di sostegno da parte della famiglia ed eventualmente di uno specialista, anche perché potrebbe esserci una depressione post-partum.
Al contrario, dopo un parto difficile riuscire ad allattare il proprio bambino risolleva la mamma e la fa sentire appagata.
Ci sono comunque situazioni in cui la mamma potrebbe scegliere di non allattare, per motivi personali, e va benissimo così. Non bisogna permettere che questa mamma venga forzata in qualcosa che non desidera fare: in questi casi potrebbe perfino prefigurarsi una situazione di violenza ostetrica.
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