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Agosto 26, 2023

Il bullismo è un comportamento sempre esistito in molte condizioni sociali, ma di cui adesso siamo più consapevoli. Conosciamo meglio le cause e le conseguenze di questo fenomeno, perciò abbiamo migliori possibilità di affrontarlo con successo. Vediamo insieme tutto quello che c’è da sapere.

Cos’è il bullismo in parole semplici?

Il bullismo è un comportamento violento, intenzionale e ripetuto, perpetrato da un individuo o un gruppo nei confronti di una persona che non è in grado di difendersi adeguatamente. Si manifesta attraverso atti di prevaricazione, umiliazione, isolamento e violenza fisica o psicologica, volti a instillare paura e sottomissione nella vittima. Può avvenire in diversi contesti, tra cui la scuola, il lavoro, casa e online – in questo caso viene definito cyberbullismo.

Chi sono solitamente i bulli?

I bulli possono essere di qualsiasi età, genere e background socio-economico. Spesso, sono individui con un alto bisogno di dominio e controllo, che usano la violenza come strumento per affermare il loro potere e la loro superiorità sugli altri. Quasi tutti i bulli possono soffrire di problemi emotivi o comportamentali, o possono essere stati vittime di violenza o abusi nel loro passato, dentro o fuori dalla propria famiglia. Se questo non giustifica i loro comportamenti, è comunque qualcosa di cui tenere conto nel processo di giudizio che avremo verso di loro. Spesso, dietro un bullo, si nasconde un’altra vittima di errori di comportamento ed educazione.

Che cos’è il bullismo rosa?

Il bullismo al femminile presenta caratteristiche uniche e specifiche, spesso molto diverse da quelle del bullismo maschile. Questo fenomeno si manifesta tipicamente all’interno di gruppi di ragazze, che possono variare da un piccolo nucleo di due o tre individui a gruppi più ampi.

Al centro di questa dinamica vi è spesso una figura dominante o “leader”, che esercita un controllo significativo sulle altre ragazze del gruppo. Questa leader può utilizzare una varietà di tecniche manipolative e coercitive per mantenere la sua posizione di potere, tra cui l’intimidazione, la manipolazione emotiva, l’esclusione sociale e la diffamazione.

In questo scenario, la leader del gruppo, solitamente, prende di mira una o più compagne, che vengono selezionate come vittime. Questo può avvenire per una serie di motivi, che spaziano dalla gelosia e l’invidia, a conflitti preesistenti, o semplicemente come mezzo per rafforzare la posizione di potere e controllo della leader all’interno del gruppo.

La leader è spesso incoraggiata o supportata dalle altre ragazze del gruppo, che partecipano attivamente o in maniera passiva al bullismo. Queste possono unirsi alla violenza per vari motivi, tra cui il desiderio di accettazione sociale, la paura di diventare esse stesse vittime, o la convinzione che sia un comportamento normale e accettabile.

bullismo

Come ci si sente ad essere bullizzati?

Subire questo tipo di prevaricazione è un’esperienza fortemente traumatica che può portare a un’ampia varietà di conseguenze emotive e psicologiche. Le vittime possono arrivare a sentirsi impotenti, come se non avessero alcun controllo sulla loro situazione. Questo senso di impotenza può essere aggravato dal fatto che il bullismo spesso avviene in un contesto in cui la vittima si sente isolata e priva di supporto.

L’isolamento può derivare dal fatto che le vittime di bullismo vengono spesso escluse dai loro gruppi sociali. Questo può portare a un senso di solitudine e a una percezione di essere diversi o estranei agli altri. Inoltre, l’umiliazione costante può minare profondamente la loro autostima, facendoli sentire inadeguati o degni di disprezzo.

La depressione è un’altra conseguenza comune del bullismo. Le vittime possono sentirsi tristi, scoraggiate e disperate, e possono ritirarsi dalle attività sociali e ricreative. In alcuni casi, possono avere pensieri suicidi, vedendo la morte come l’unica via di fuga dal loro dolore.

Alcune vittime di bullismo possono sviluppare un disturbo post-traumatico da stress (PTSD), una condizione che si verifica in risposta a un evento traumatico. I sintomi di PTSD possono includere flashbacks o ricordi traumatici dell’evento, evitamento di situazioni che ricordano l’evento, reazioni eccessive di allarme e difficoltà a concentrarsi o a dormire.

Perché il bullo Bullizza?

Ci sono molte teorie su perché una persona diventa un bullo. Alcuni esperti ritengono che il bullismo sia un comportamento appreso, che può essere influenzato da fattori come l’educazione familiare, l’ambiente sociale, l’esposizione alla violenza e la mancanza di competenze emotive e sociali. Altri suggeriscono che il bullismo possa essere un sintomo di problemi psicologici più profondi, come la bassa autostima, l’insicurezza, la gelosia o la difficoltà a gestire le emozioni negative.

Cosa si può fare contro il bullismo?

Combattere il bullismo richiede un impegno collettivo da parte di individui, famiglie, scuole, comunità e società. Le strategie di prevenzione del bullismo possono includere l’educazione, la sensibilizzazione, il sostegno alle vittime, l’intervento precoce e le politiche anti-bullismo. I genitori possono giocare un ruolo chiave nell’aiutare i loro figli a capire e affrontare il bullismo, fornendo loro un ambiente sicuro e amorevole, insegnando loro competenze di assertività e empatia, e monitorando attivamente il loro comportamento e le loro attività online.

Quando il bullismo diventa reato?

In molti paesi, il bullismo può diventare un reato quando coinvolge atti di violenza fisica, molestie sessuali, stalking, diffamazione, incitamento all’odio o comportamento minaccioso. Il bullismo può anche essere considerato un reato se causa danni fisici o psicologici gravi, se è condotto su Internet, o se viola i diritti umani o le leggi anti-discriminazione. In Italia, dal 2021 è assimilabile alla violenza privata.

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Dott.ssa Claudia Denti

Laureata in Scienze dell’Educazione, si occupa di aiutare i genitori a crescere bambini sani e felici secondo principi validati dalla comunità scientifica.
Fondatrice di Genitore Informato e ideatrice del metodo Sonno Felice - certificata Sonno Sicuro e Primo Soccorso Pediatrico - supporta i genitori nel loro viaggio dal 2014.

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