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Settembre 29, 2023

Come amiamo spesso dire qui a Genitore Informato, siamo la prima generazione di genitori che si fa davvero delle domande e ha una grande sete di conoscenza. Allo stesso modo, insieme a questa voglia, arriva una più profonda conoscenza di condizioni che prima “non esistevano, come il burnout genitoriale. Scopriamo insieme che cos’è e come prevenirlo o curarlo quando arriva.

Cos’è il burnout genitoriale?

Il burnout genitoriale è stato definito come uno stato di intensa stanchezza legata al ruolo di genitore, in cui si diventa emotivamente distaccati dai propri figli e si dubita della propria capacità di essere un buon genitore (Roskam, Raes & Mikolajczak, 2017). Si tratta di una risposta prolungata allo stress cronico e travolgente della genitorialità, che specialmente in questo mondo nuovo ipercomplesso, colpisce una quantità spropositata di coppie genitoriali.

Come superare il burnout genitoriale?

Superare il burnout genitoriale richiede una serie di strategie che includono il riconoscimento dei sintomi, la ricerca di supporto emotivo e pratico, la gestione dello stress e l’abbandono dell’idea di perfezione nella genitorialità. È importante anche cercare aiuto professionale se si sente che il burnout sta avendo un impatto significativo sulla propria salute mentale o sul benessere della famiglia.

La cosa brutta di questa condizione è che è abbastanza subdola, non essendo massivamente riconosciuta. Una mamma o un papà potrebbero pensare di essere solo un po’ stanchi, quando invece stanno covando una condizione che ha bisogno di supporto per essere superata in maniera adeguata, un po’ come la depressione post-partum.

burnout genitoriale

Quali sono i sintomi comportamentali del burn out?

I sintomi comportamentali del burnout genitoriale possono includere l’esaurimento fisico ed emotivo, la distanza emotiva dai figli, l’irritabilità, una riduzione dell’interesse per le attività genitoriali, dubbi sulla propria capacità di essere un buon genitore e perdita del piacere di essere con i propri figli.

Se dovessi sentire che alcune di queste situazioni ti riguardano, parlane con il tuo medico oppure cerca l’aiuto di un professionista della psicologia che può aiutarti a parlarne e capire come uscirne al meglio.

Quando insorge il burnout?

Il burnout genitoriale puo insorgere in qualsiasi momento, ma è più probabile che si verifichi quando i genitori sono sottoposti a stress cronico e travolgente, come la cura di un figlio con bisogni speciali, la mancanza di supporto emotivo o pratico, o l’esigenza di essere genitori perfetti – purtroppo anche acuita dal comportamento di moltissime “mamme influencer” che condividono molto spesso solo la parte bella della vita da genitori, distorcendo la nostra percezione su com’è realmente la vita con un figlio, con tutti i suoi alti e bassi.

Quali sono le tre fasi del burnout?

Il concetto di burnout è sempre stato principalmente lavorativo, ma i sintomi sono molto simili nel burnout genitoriale. In questo paragrafo riadattiamo le fasi del burnout a quelle del burnout genitoriale, in attesa di studi più approfonditi che ne identifichino le differenze.

Secondo la psicologa sociale Christina Maslach, il burnout si sviluppa inizialmente con un esaurimento emotivo a seguito di stress cronico nel percorso genitoriale. Questo porta a un distacco emotivo, o depersonalizzazione, nel tentativo di ridurre il carico emotivo. Infine, questo distacco porta a una mancanza di realizzazione, che esacerba ulteriormente l’esaurimento.

Harold Cherniss, filosofo e storico, propone un modello “transazionale” del burnout, suddiviso in tre fasi: lo stress, caratterizzato da uno squilibrio tra richieste e risorse; l’esaurimento, una risposta fisiologica allo stress che include ansia, fatica e irritabilità; e la difesa, in cui l’individuo diventa rigido e sviluppa un distacco emotivo.

Edelwick e Brodsky, invece, vedono il burnout come una progressiva perdita di ideali e di interesse per la genitorialità. Secondo il loro modello, il processo inizia con l’idealismo e l’entusiasmo, seguito da uno stadio di stagnazione in cui il genitore si rende conto che il suo lavoro non soddisfa le sue aspettative. La terza fase è caratterizzata da frustrazione e crisi valoriale, e la fase finale è l’apatia, dove l’individuo evita le responsabilità genitoriali e mostra segni di depressione.

Quando la mamma è esaurita?

Una mamma può sentirsi esaurita quando è costantemente sopraffatta dalle responsabilità genitoriali e non ha sufficiente supporto emotivo o pratico. Questo può portare alla distanza emotiva dai figli, all’irritabilità, alla perdita di interesse per le attività genitoriali e alla perdita del piacere di essere con i propri figli.

Lo sappiamo, questo può succedere e non ti rende un genitore meno buono. Sei sottoposto a grande stress e hai solo bisogno di un po’ di aiuto e supporto.

Noi siamo con te.

Da Genitore Informato, siamo qui per supportare i genitori attraverso tutte le sfide della genitorialità. Offriamo guide, corsi e consulenze personalizzate per aiutare i genitori a gestire le difficoltà di questo viaggio complesso, a trovare un equilibrio e a costruire relazioni sane e felici con i loro figli. Ricorda che non sei solo.

Noi siamo qui per te.

Dott.ssa Claudia Denti

Laureata in Scienze dell’Educazione, si occupa di aiutare i genitori a crescere bambini sani e felici secondo principi validati dalla comunità scientifica.
Fondatrice di Genitore Informato e ideatrice del metodo Sonno Felice - certificata Sonno Sicuro e Primo Soccorso Pediatrico - supporta i genitori nel loro viaggio dal 2014.

Dott. Severino Cirillo

Laureato in Community Health, è il CEO di Genitore Informato e si occupa di validare l'informazione scientifica del blog e coordinare il team di esperti della redazione, composto da ginecologi, ostetriche, psicoterapeuti e altre figure del benessere e della salute in gravidanza, perinatale e genitoriale.

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