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Luglio 3, 2023

Nel mondo della maternità, uno degli argomenti meno discussi, ma non per questo meno importante, è il capezzolo introflesso. Anche se si tratta di una condizione piuttosto comune, spesso è causa di preoccupazione e confusione sia per le donne in gravidanza che per quelle in allattamento al seno. In questo articolo, cercheremo di affrontare le varie questioni legate a questo fenomeno, per fornire un supporto completo e accurato.

Come mai il capezzolo introflesso?

Il capezzolo introflesso – o invertito – è una condizione in cui il capezzolo, invece di puntare verso l’esterno, si ritrae all’interno del seno. Questa situazione può essere presente fin dalla nascita o può svilupparsi nel corso della vita, per varie ragioni, come cambiamenti ormonali, invecchiamento, traumi o patologie. Risulta importante sottolineare che avere un capezzolo introflesso non è una sempre e solo una condizione patologica, ma può anche essere un tratto fisico personale. Se questa caratteristica si completa con l’impossibilità per il capezzolo di erigersi, allora il quadro può essere patologico e ti invitiamo a sentire il tuo medico di fiducia o il ginecologo per capire come gestire la situazione al meglio.

Come fare per far uscire il capezzolo?

Se il capezzolo introflesso è causa di problematiche, ad esempio durante l’allattamento, esistono diverse tecniche che possono aiutare a farlo uscire. Tra queste, le più comuni sono i massaggi, l’uso di scaldini, dispositivi di trazione o l’uso di coppette per l’allattamento o, al contrario, la pressione laterale dell’aureola e il ghiaccio per causare la turgidità e permettere così un allattamento più semplice.

In molti casi, questa condizione non causa grossi problemi con l’allattamento nel momento in cui il bambino è in grado di raggiungere una buona parte dell’areola, ma è comunque importante consultare un professionista della salute prima di iniziare qualsiasi tipo di trattamento o manovra per risolvere.

capezzolo introflesso

Come deve essere un capezzolo normale?

La parola “normale” è molto relativa quando si parla di capezzoli. In realtà, la normalità varia da persona a persona, poiché ogni corpo è unico e diverso. In generale, un capezzolo “normale” sporge leggermente verso l’esterno. Ma è perfettamente comune avere capezzoli piatti, introflessi o protrusi. Può persino capitare di avere più di due capezzoli in alcuni casi. La cosa importante è conoscere il proprio corpo e monitorare ogni eventuale cambiamento che potrebbe essere segno di qualcosa che non va.

Cos’è il morbo di Paget al seno?

La malattia di Paget al seno è una rara forma di tumore al seno, un carcinoma, che si manifesta principalmente attraverso cambiamenti a livello del capezzolo e dell’areola. Alcuni dei sintomi includono arrossamento, prurito, sensazione di bruciore e a volte sanguinamento o perdita di liquido. Sebbene non sia strettamente legato all’introflessione dei capezzoli, è importante prestare attenzione a questi sintomi e consultare un medico se si verificano cambiamenti.

capezzolo introflesso

Capezzolo introflesso nel bambino.

Anche nei neonati può verificarsi l’introflessione del capezzolo, che potrebbe anche svanire nel tempo con lo sviluppo del corpo e della muscolatura. Oltre a una visita pediatrica, nel quale il vostro dottore sarà in grado di dirvi se questa condizione è un problema per il tuo bambino, ti invitiamo a monitorare nel tempo lo sviluppo fisico del tuo neonato per essere certi che tutto sia a posto.

Non sempre qualcosa che è fuori dalla media è un problema, quello può stabilirlo solamente il vostro medico di fiducia.

Noi siamo con te.

Da “Genitore Informato”, comprendiamo le sfide che possono insorgere durante la gravidanza e l’allattamento, e siamo qui per aiutarti. Sappiamo che ogni situazione è unica e richiede un approccio individualizzato. Per questo motivo, offriamo guide, corsi e consulenze personalizzate per aiutare ogni genitore a navigare in queste preziose fasi della vita.

In conclusione, il capezzolo introflesso è un fenomeno piuttosto comune che può presentarsi in varie fasi della vita. Nonostante possa creare raramente qualche difficoltà nell’allattamento, è importante ricordare che esistono diverse soluzioni per affrontare questo problema. Importante è conoscere il proprio corpo, monitorare eventuali cambiamenti e cercare supporto professionale quando necessario. Ricorda: non sei sola, siamo qui per te.

Dott.ssa Claudia Denti

Laureata in Scienze dell’Educazione, si occupa di aiutare i genitori a crescere bambini sani e felici secondo principi validati dalla comunità scientifica.
Fondatrice di Genitore Informato e ideatrice del metodo Sonno Felice - certificata Sonno Sicuro e Primo Soccorso Pediatrico - supporta i genitori nel loro viaggio dal 2014.

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