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Maggio 10, 2022

Durante la gravidanza si sentono tanti termini fino a quel momento sconosciuti.
Tra questi termini c’è il termine “podalico”, molte mamme si chiedono però cosa significhi e cosa comporti avere un bambino podalico in pancia.

Vediamolo insieme in questo articolo.

Bambino podalico

Un bambino podalico è una condizione piuttosto comune in cui la posizione del feto alla fine della gravidanza non è ideale per un parto naturale.

La testa (che dovrebbe essere in basso) si presenta invece in alto, con le gambe rivolte verso il fondo dell’utero. In tale situazione non è sempre possibile procedere al parto naturale, spesso si decide di far partorire la futura mamma con taglio cesareo, in quanto risulterebbe troppo complesso e pericoloso per la salute di madre e figlio.

La posizione podalica è rilevata preventivamente grazie a un’ecografia che evidenzia la posizione del bambino, lasciando il ginecologo libero di consigliare la gestante in merito alle possibilità da intraprendere.

C’è chi prepara la futura madre all’ipotesi del parto cesareo, chi ancora aspetta fino all’ultimo sperando in un cambiamento di posizione, chi consiglia di effettuare capriole in acqua così da spingere il feto podalico a girarsi e chi ancora opta per alcune manovre.

In qualsiasi caso è la gestante ad avere l’ultima parola e non dovrebbe preoccuparsi troppo perché si tratta di un caso clinico non raro e che interessa circa il 3/4% delle gestazioni.

L’unica accortezza è nel monitorare tramite ecografie e valutare lo stato di salute del bambino, specialmente nelle ultime settimane.

Cosa succede se il bambino è podalico?

Quando si prospetta un parto podalico ci sono diverse situazioni allarmanti che potrebbero accadere: in primis l’intrappolamento della testa del feto, causata dal fatto che è proprio questa la parte più grande per cui quando il bambino è podalico potrebbe cominciare a uscire quando la dilatazione non è al massimo.

Oltre a questo, il bambino può restare bloccato all’altezza delle spalle. Un’altra conseguenza è il prolasso del cordone ombelicale soggetto a compressione la quale, se prolungata, provoca una mancanza di ossigenazione al feto con conseguenti danni cerebrali o morte.

Altre possibili complicanze sono la displasia dell’anca, paralisi cerebrali e/o del plesso brachiale.

Insomma, è davvero raro che un medico decida di procedere con un parto podalico e solo dopo un’attenta analisi della situazione e ci sembra evidente capire il perché.

Quando si può girare il feto e come?

Il feto può girarsi repentinamente all’interno del grembo materno, motivo per cui i ginecologi aspettano fino all’ultimo prima di procedere.

Esistono però delle manovre per stimolare la rotazione del bambino, effettuate solo da ginecologi esperti in quanto estremamente delicate.

Sono effettuate tra la 36° e la 37° settimana e consistono unicamente in un posizionamento delle mani sulla pancia della gestante e su una rotazione così che il bambino si posizioni nel modo giusto.

Statisticamente questa manovra ha circa il 50% delle possibilità di riuscita.

Altre tecniche consistono nella ginnastica posturale, così da spingere il feto podalico a muoversi e cambiare orientamento. In ultimo si possono provare anche l’agopuntura e la moxibustione.

Entrambe sono pratiche di medicina cinese che, sebbene non possano contare su prove schiaccianti, hanno mostrato di funzionare molto bene anche in studi randomizzati.

Queste tecniche e manovre vanno sempre effettuate intorno alla 32° settimana perché c’è ancora abbastanza spazio nell’utero, dopo sarà pressoché inutile oltre che molto pericoloso, motivo per cui le gestanti preferiscono programmare il cesareo con il ginecologo e prepararsi mentalmente all’idea di un’operazione chirurgica.

Ricorda, anche in questi casi dove la data è “programmata” di avere sempre pronta la valigia per il parto in anticipo, perché nulla è mai certo.

bambino podalico

Quando è previsto il cesareo in caso di bimbo podalico?

Abbiamo illustrato le tecniche che favoriscono la rotazione di un bambino podalico ma qualora nulla funzionasse, il ginecologo procede con un parto cesareo con il fine di evitare stress e complicanze alla madre e a suo figlio.

Solitamente si aspetta fino alla 32° settimana, periodo in cui il feto ha ancora spazio per le sue “capriole” mentre nelle ultime settimane è quasi impossibile assistere a questo fenomeno a causa degli spazi molto ristretti.

Ecco perché la procedura di manovra del bambino podalico avviene tra la 36° e la 37° settimana, in modo da non consentire al feto di rigirarsi nuovamente nella posizione podalica.

Il cesareo è quindi previsto in tutti in quei casi in cui è sconsigliato un parto podalico, ovvero: quando il feto è troppo piccolo o troppo grande, la madre è affetta da eclampsia o preeclampsia, una posizione fetale troppo difficile e che potrebbe comportare severe complicanze.

In linea generale, la maggior parte dei ginecologi preferiscono un cesareo piuttosto che mettere in pericolo la vita della gestante o del figlio in grembo.

In tal caso verrà programmato il parto (solitamente intorno alla 38° settimana) o si procederà con un cesareo d’urgenza qualora si presentasse una gestante non a conoscenza del fatto che il proprio bambino è podalico.

Perché un bambino nasce podalico?

Non c’è una vera e propria motivazione del perché subentri una gravidanza podalica ma una serie di fattori di rischio come malformazioni dell’utero, fibromi, anomalie fetali, tumori, cordone ombelicale corto, gravidanze gemellari, ecc.

In questi casi il feto opta per una posizione podalica perché la più comoda e perché è la sede stessa in cui si è impiantato a suggerirgliela.

In altri casi può essere dovuto a un eccessivo aumento di peso della madre, motivo per cui è consigliato seguire una dieta personalizzata e un aumento ponderale monitorato e nei limiti della norma.

Qualora il parto fosse pre-termine e con un feto dal basso peso, potrebbe esserci una posizione podalica causata dall’ampio spazio nell’utero che stimola il movimento.

Infine, come non considerare la presenza di una predisposizione genetica ai parti podalici, studi scientifici hanno infatti dimostrato come i genitori podalici abbiano molte più probabilità di avere un figlio podalico rispetto agli altri.

Per queste ed altre ragioni, è comunque difficile dare una spiegazione certa.

Il tuo ginecologo può rilevare un fattore di rischio rispetto a un altro e monitorare la situazione prima di scegliere cosa è meglio per la salute di tua e di tuo figlio.

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Dott.ssa Claudia Denti

Laureata in Scienze dell’Educazione, si occupa di aiutare i genitori a crescere bambini sani e felici secondo principi validati dalla comunità scientifica.
Fondatrice di Genitore Informato e ideatrice del metodo Sonno Felice - certificata Sonno Sicuro e Primo Soccorso Pediatrico - supporta i genitori nel loro viaggio dal 2014.

Dott. Severino Cirillo

Laureato in Community Health, è il CEO di Genitore Informato e si occupa di validare l'informazione scientifica del blog e coordinare il team di esperti della redazione, composto da ginecologi, ostetriche, psicoterapeuti e altre figure del benessere e della salute in gravidanza, perinatale e genitoriale.

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