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Novembre 17, 2023

La capacità di dire no ai propri figli è una componente cruciale dell’educazione. Mentre alcuni genitori possono trovare difficile negare qualcosa ai loro piccoli, è importante ricordare che un “no” tempestivo e adeguatamente spiegato può essere fondamentale per lo sviluppo di un bambino. In questo articolo, esploreremo i vari aspetti del “dire no” ai bambini e offriremo consigli pratici su come gestire queste situazioni.

Quando bisogna iniziare a dire no ai bambini?

Il percorso educativo di un bambino inizia fin dai primi giorni di vita. È essenziale introdurre il concetto del “no” in modo precoce, ma sempre in linea con le tappe evolutive del piccolo. I genitori possono iniziare a usare il “no” non appena il bambino dimostra di essere in grado di compiere azioni intenzionali, di solito intorno ai sei mesi. In questa fase, un “no” calmo, ma fermo può aiutare il bambino a capire i limiti e a iniziare a distinguere tra comportamenti accettabili e quelli che non lo sono.

Tuttavia, è fondamentale abbinare il “no” a spiegazioni semplici e a una guida positiva. Questo aiuta i bambini a sviluppare una comprensione del perché certi comportamenti non sono permessi, piuttosto che percepire il “no” come una negazione arbitraria. La coerenza è la chiave: i genitori devono essere fermi nelle loro decisioni e mantenere le stesse regole nel tempo per non confondere il bambino. Soprattutto: se una regola esiste, va rispettata SEMPRE e da tutti: sì, inclusi i genitori.

Come spiegare i no ai bambini?

Dire no ai bambini è un’arte delicata che richiede pazienza e comprensione. Quando si dice no, è importante abbassarsi al livello del bambino, mantenendo il contatto visivo e usando un tono di voce che sia serio, ma non spaventoso o troppo autoritario. Utilizzare frasi semplici e concrete può aiutare i bambini a comprendere il messaggio. Ad esempio, dire “No, non toccare la stufa perché è calda e può farti male” è più efficace che un semplice “No, non fare quello”.

Ricorda di farlo sempre, anche quando pensi che il bimbo non sia ancora in grado di capire: concetti e linguaggio sono spesso già presenti (anche se in forma semplificata) dentro la mente anche di bambini che non parlano ancora. La comprensione passa anche attraverso questi episodi, non privarlo di questa opportunità solo perché non pensi che possa ancora capire.

Inoltre, è utile offrire alternative positive dopo un no. Se un bambino vuole un dolce prima di cena e la risposta è no, si può spiegare che dolci si possono mangiare dopo aver finito il pasto e offrire un frutto come spuntino sano. Questo aiuta i bambini a capire che il no, non è la fine del mondo e che ci sono altre opzioni disponibili.

(la scelta migliore sarebbe evitare completamente gli zuccheri raffinati, naturalmente, ma questo vale anche per gli adulti).

dire no

Da quando i bambini capiscono i no?

I bambini iniziano a comprendere il significato del “no” a diversi stadi, ma di solito intorno ai 9-12 mesi iniziano a mostrare una certa comprensione più completa. A questa età, possono iniziare a reagire ai toni della voce e alle espressioni facciali dei genitori, che sono indicatori chiave per comunicare il disappunto. Anche se potrebbero non capire completamente le parole o il concetto dietro il “no”, percepiscono il cambio di tono e imparano che certi comportamenti portano a reazioni specifiche da parte degli adulti.

Attenzione: questo potrebbe anche voler dire che in un periodo come i terribili due (o anche prima in realtà), il bambino faccia apposta determinati comportamenti per testare i limiti e per causare reazioni nel genitore: è importante capire che non lo fa con cattiveria, ma è una parte della definizione dell’identità e un modo per conoscere la realtà che lo circonda.

Quindi è poco utile arrabbiarsi e mettersi a urlare ai bambini o, peggio ancora, a sculacciare: il bambino non ci sta attaccando, non sa nemmeno che cosa voglia dire. Sta solo imparando.

È importante notare che la comprensione del “no” si evolve con l’età. I genitori dovrebbero adattare il loro approccio man mano che il bambino cresce, assicurandosi di spiegare le ragioni dietro i divieti in modo che possano essere comprese a un livello più profondo.

Come educare i bambini al no?

Educare i bambini al “no” è un processo che richiede costanza e chiarezza. I genitori dovrebbero stabilire regole chiare e coerenze che i bambini possano comprendere e seguire. È essenziale che entrambi i genitori (e qualsiasi altra figura educativa) siano allineati sulle regole e sulla loro applicazione per evitare di mandare messaggi contraddittori al bambino.

A questo proposito abbiamo ben due percorsi che ti possono aiutare nella crescita del bambino e nella creazione di un ambiente educativo sano: Capricci Addio e Genitore Fuoriclasse. Se vuoi una casa tranquilla, sono le tue armi segrete, scoprili.

Allo stesso modo, i genitori dovrebbero esemplificare il comportamento che vogliono vedere nei loro figli. Questo significa anche rispettare i “no” che si ricevono e mostrare come gestire il rifiuto e la frustrazione in modo costruttivo. Inoltre, elogiare il bambino quando rispetta un “no” può rinforzare il comportamento positivo e incoraggiarlo a continuare su quella strada.

Quando si può iniziare a sgridare un bambino?

Sgridare un bambino è qualcosa che dovrebbe essere fatto con cautela e solo quando è appropriato per l’età e la situazione. Piuttosto che sgridare nel senso tradizionale, è meglio usare interventi disciplinari che siano educativi piuttosto che punitivi. Questi possono iniziare quando il bambino è abbastanza maturo per capire la relazione tra il suo comportamento e le conseguenze che ne derivano, di solito attorno ai 18-24 mesi.

Invece di alzare la voce o mostrare rabbia, i genitori possono usare un tono di voce fermo e calmo per esprimere la loro disapprovazione. È importante focalizzarsi sul comportamento specifico che si vuole correggere e spiegare perché non è accettabile, aiutando il bambino a imparare dalle sue azioni.

Sappiamo che non sempre è semplice mantenere la calma, ma non ci sono alternative che funzionano meglio.

Come sgridare un bambino di 15 mesi?

A 15 mesi, i bambini sono ancora molto piccoli e la loro comprensione della disciplina è limitata. Invece di sgridare nel senso tradizionale, i genitori possono utilizzare tecniche di disciplina che non siano punitive. Quando un bambino di 15 mesi si comporta male, si può dire “no” con fermezza, rimuovendo il bambino dalla situazione problematica e distraendo la sua attenzione verso un’attività più positiva.

È anche importante ricordare che, a questa età, i bambini stanno ancora apprendendo e sperimentando il mondo intorno a loro. La curiosità è un comportamento naturale e sano, quindi gli interventi dovrebbero essere orientati alla sicurezza e comprensione piuttosto che alla punizione. Incoraggiare il comportamento positivo e offrire alternative sicure è una strategia efficace a questa età.

Noi siamo con te.

Come genitori, affrontare i comportamenti difficili e imparare a dire “no” ai propri figli può sembrare un compito arduo. Ma non dovete farlo da soli. Noi di Genitore Informato siamo qui per supportarvi con guide, corsi e consulenze personalizzate. Ricordate che ogni bambino è unico e che ciò che funziona per uno potrebbe non funzionare per un altro. L’importante è rimanere informati, pazienti e amorosi, mentre vi muovete attraverso il viaggio della genitorialità. Con le strategie giuste e un sostegno adeguato, dire “no” diventerà una parte naturale ed efficace dell’educazione dei vostri figli.

Fonti

1. Kennedy-Moore, E., When and how to say no to kids. https://www.psychologytoday.com/us/blog/growing-friendships/201712/when-and-how-say-no-kids
2. Melbourne Child Psychology, Why Parents Should Feel Good About Saying ‘NO’ to Their Children https://www.melbournechildpsychology.com.au/blog/why-parents-should-feel-good-about-saying-no-to-their-children/

Dott.ssa Claudia Denti

Laureata in Scienze dell’Educazione, si occupa di aiutare i genitori a crescere bambini sani e felici secondo principi validati dalla comunità scientifica.
Fondatrice di Genitore Informato e ideatrice del metodo Sonno Felice - certificata Sonno Sicuro e Primo Soccorso Pediatrico - supporta i genitori nel loro viaggio dal 2014.

Dott. Severino Cirillo

Laureato in Community Health, è il CEO di Genitore Informato e si occupa di validare l'informazione scientifica del blog e coordinare il team di esperti della redazione, composto da ginecologi, ostetriche, psicoterapeuti e altre figure del benessere e della salute in gravidanza, perinatale e genitoriale.

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