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Gennaio 23, 2023

Un elemento importante del folklore italiano è la fatina dei denti, che normalmente porta qualche soldo ai bambini quando loro perdono i denti da latte. Come altri elementi della cultura popolare, richiedono ai bambini di credere in qualcosa di magico e si pone sempre il solito dilemma: quando far scoprire la verità al bambino?

Fino a quando è giusto far credere al bambino che la fatina è reale? In questo articolo capiamo le origini di questa credenza e ipotizziamo quali sono le migliori soluzioni per questa eventuale “rivelazione”.

Dove si trova la fatina dei denti?

L’origine di questa leggenda è tipicamente occidentale, nonostante in culture diverse da quella italiana c’è una figura che fa la stessa funziona, ma è il topolino dei denti. In Italia, nel passato, la figura collegata alla fata dei denti è quella di sant’Apollonia. In alcune parti d’italia invece questo ruolo è coperto da San Nicola.

Di fatto, quello che succede è questo: il bambino perde il dente da latte, conserva il dentino per la notte e lo mette sotto il cuscino. Durante la notte la fatina dei denti (o chi per lei) scambia il dente con qualche spicciolo. Questa magia si ripete per ogni dente perso. Dove si trova dunque, la fatina dei denti? Principalmente nella mente del bambino, che si affida completamente a noi e crede alla sua esistenza. Questo è un meccanismo normale e giusto, che serve a creare il rapporto di fiducia tra il bimbo e noi, meccanismo di cui non dovremmo mai abusare.

fatina dei denti

Perché la fatina dei denti porta soldi?

A quanto pare, nell’antica Europa vi era la tradizione di seppellire i denti da latte una volta persi e, quando si raggiungeva il sesto i genitori facevano un regalo al bambino. Spesso, quel regalo erano dei soldi che venivano nascosti proprio sotto il cuscino del bambino.

Mentre l’origine esatta non è chiara, si sente parlare di questa leggenda già dal 1600 in poi. In uno di questi racconti si parla di una fata che si trasforma in un topo per sconfiggere un Re cattivo. Da qui probabilmente la doppia figura del topo e della fata, che sono presenti alternativamente in diverse nazioni e diverse regioni – specialmente d’Europa.

Questo è proprio quello che succede con tante delle nostre tradizioni: siamo talmente abituati a passarle di madre in figlio che non ci ricordiamo nemmeno da dove sono nate. Certo, ci aiutano a gestire i vari periodi della crescita del bambino affidandoci a narrazioni stabili che hanno sempre funzionato anche se – in alcuni casi – possono crearci dei piccoli problemi.

Quando si perdono i denti da latte?

Se pensiamo al periodo prolungato in cui si perdono i denti da latte, comprendiamo anche perché potremmo avere qualche problema con questa narrazione magica. Se infatti nei primi anni – intorno ai 5/6, quando si perdono i primi denti – non c’è problema perché i bambini sono completamente immersi in storie magiche come babbo natale, Santa Lucia e la fatina dei denti, quando l’età si fa più matura le cose iniziano a cambiare.

Difficile che a 13 anni, quando tendenzialmente cadono canini e molari, il bambino creda più a molte di queste favole che cerchiamo di integrare nella vita quotidiana.

Quando, dunque, dire al bambino che la fatina dei denti forse non esiste?

Non c’è una risposta definitiva per questo: il bambino potrebbe scoprirlo a scuola da qualche altro bambino che ha già scoperto che sono i genitori a scambiare i denti con i soldi, oppure potrebbe intuirlo. Se succede che vi chieda spiegazioni, potete decidere di prendere la cosa giocosamente e spiegare la verità. Se è vero che nel breve periodo questo potrebbe disilludere il bambino, gli renderà più semplice la convivenza con i compagni che sono più “realisti”.

topolino dei denti

Quanti soldi per la fatina dei denti?

Naturalmente il bambino, una volta scoperta la verità, potrebbe far finta di crederci ancora: basta fare i conti, infatti, di quanti denti abbiamo, per capire che forse non è così conveniente essere realisti. È possibile che il bambino si ricordi della fatina ogni volta che un dente cade, nonostante dentro sappia che in realtà non è vera. Ci sta.

Ogni genitore decide quanto lasciare in regalo al bimbo – ricordiamo che è comunque un bel modo per alleggerire il bambino della perdita di un pezzo di sé, che in alcuni casi potrebbe anche essere un piccolo trauma – noi consigliamo di non esagerare: in fondo è solo un piccolo rituale, come fosse una specie di routine, e qualche spicciolo è già un surplus rispetto all’adeguarsi a perdere solamente quel pezzettino di sé.

E se il bambino reagisce male?

Può succedere: perdere un dentino può essere traumatico, specialmente le prime volte e quando la questione è anche estetica. Vederci allo specchio e notare che manca un pezzo potrebbe non essere semplicissimo da gestire per tutti i bambini. Alcuni potrebbero spaventarsi e diventare aggressivi, altri potrebbero avere un impatto sulla propria autostima: il tuo compito sarà quello di traghettare il bambino con gentilezza e sicurezza alla comprensione che i denti tornerannno e che, di notte, quel dentino perso si trasformerà in un regalo.

Non sempre è semplice.

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Dott.ssa Claudia Denti

Laureata in Scienze dell’Educazione, si occupa di aiutare i genitori a crescere bambini sani e felici secondo principi validati dalla comunità scientifica.
Fondatrice di Genitore Informato e ideatrice del metodo Sonno Felice - certificata Sonno Sicuro e Primo Soccorso Pediatrico - supporta i genitori nel loro viaggio dal 2014.

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