Nell’articolo di oggi affronteremo uno dei momenti più importanti dello sviluppo del movimento e della crescita del bambino: imparare a gattonare.
Dopo tanta attesa il nostro bambino finalmente cerca di muoversi in autonomia.
Non esistono tempistiche standard, ogni bambino affronta la propria crescita e il proprio sviluppo in modo totalmente differente dai coetanei, questo significa che fare paragoni non serve a niente.
Possiamo dire che intorno ai 5/6 mesi il bambino impara la sua prima grande conquista: restare seduto da solo.
Stare seduti
La prima posizione di seduta non è chiaramente armonica come ce la immaginiamo, richiama piuttosto la torre di Pisa, leggermente inclinata in avanti, con il bambino sorretto dalle sue stesse mani.
Inizialmente, la posizione richiede grande concentrazione e di conseguenza il nostro bambino resta immobile, non è in grado di cambiare posizione, tranne quando perde concentrazione e cade. Per questo è sempre meglio metterlo seduto su un tappetino semi-rigido o almeno un tappeto, questo gli permetterà di restare in equilibrio e di salvarlo da una eventuale caduta.
Intorno ai sei mesi, finalmente la schiena diventa più rigida e il controllo sui movimenti più ampio. A questo punto, quindi, è in grado di andare avanti e indietro ma il sostegno con le braccia è ancora fondamentale.
Un po’ impacciato, il bambino piano piano impara come muoversi e come farlo senza perdere l’equilibrio.
Intorno agli otto mesi, dopo svariate prove, il bambino riesce finalmente a stare seduto con la schiena dritta senza bisogno di supporto. Le braccia, ora, possono dedicarsi alla ricerca di giochi o alla scoperta.
Acquisita un po’ di padronanza dei propri movimenti, il bambino è in grado di girarsi in tutte le direzioni, piegarsi in avanti o di lato per raggiungere il suo gioco preferito: in questo momento la sperimentazione dell’ambiente non avviene più attraverso la mano dell’adulto, ma finalmente il piccolo si può muovere e cercare di raggiungere quello che vuole in autonomia.
L’uso delle mani
Grazie allo sviluppo motorio, che permette di spostarsi nello spazio, il bambino scopre inoltre che le mani possono essere utilizzate in modi diversi: se prima la mano era un unico strumento, senza distinzione tra le varie dita, ora la mano viene utilizzata per interagire con l’oggetto.
Grazie alla mano, infatti, l’oggetto viene passato da un lato all’altro, ribaltato e manipolato con maggiore attenzione e concentrazione.
Il bambino scopre la singolarità delle dita e il movimento controllato di ognuna delle dieci appendici.
Già all’età di otto mesi il bambino è in grado di prendere un oggetto con le sole due dita: pollice e indice gli permettono di prendere cose anche molto piccole e di allenarsi per raffinare queste nuove competenze.
Proprio in questo momento il bambino inizia a mangiare da solo, passa dalla fase dell’allattamento allo svezzamento, mangia con le mani e, grazie alle competenze che sta acquisendo, prendere il cibo con le mani diventa un gioco molto divertente da fare a tavola.
Se poi riuscisse anche a mangiarlo, sarebbe il massimo!
In questa fase, il bambino usa le mani per indicare all’adulto quello di cui ha bisogno, le mani e le dita diventano un mezzo di estensione e arrivano dove non può arrivare da solo.
La comunicazione non verbale è in continuo cambiamento e il genitore deve tenersi sempre aggiornato per poter capire quello gli viene comunicato.
L’uso della mano diventa sempre più dominante e il bambino inizia a preferire l’uso di una mano piuttosto che l’altra, la scelta della mano è già visibile prima di questo momento, ma si va sempre più delineando la preferenza nel tempo.

Come puoi verificare la mano preferita?
Porgi un gioco al tuo bambino e vedi quale delle due mani si muove per prima in direzione dell’oggetto.
L’adulto tenderà sempre a dare l’oggetto al bambino in direzione della mano destra, questo movimento è istintivo.
Strisciare
Molti bambini imparano a strisciare prima di riuscire a stare seduti in modo corretto.
Strisciare serve come primo vero e proprio movimento nello spazio.
Il movimento è al primo posto tra gli interessi di un bambino di quest’età: allungarsi, strisciare, rotolare, girarsi e mettersi sulla pancia e poi organizzare, attraverso l’uso di mani e piedi, il movimento in avanti e poi indietro.
Durante questa fase, il bambino cerca di alzarsi e di mettersi a quattro zampe, cerca di tirarsi sempre più su, ma deve fare molti tentativi prima di riuscire a fare un vero e proprio “gattonamento”
Troverai spesso il tuo bambino quasi a gattoni che cerca lo slancio per proseguire la sua impresa e poi fallire sdraiandosi sulla propria pancia.
Tutti questi tentativi lo porteranno poi a gattonare.
Gatton gattoni
Il bambino a questo punto si mette a “quattro zampe”, pesa tutto il suo corpo sulle ginocchia e sulle mani, la pancia non tocca più terra e resta sollevata.
Dopo vari tentativi e dondolamenti, il bambino prende il via.
Ogni bambino gattona a modo suo, all’inizio più goffamente e poi sempre più con sicurezza.
Spesso i genitori si perdono nello sconforto, vedendo il loro bambino che non ha più bisogno di loro per alcune cose o semplicemente perché si allontana da loro.

La curiosità lo spingerà sempre ad andare oltre le sue conoscenze, è bene a questo punto tenere sempre sotto controllo oggetti che possono essere pericolosi come spigoli, prese elettriche, oggetti molto piccoli o liquidi tossici.
È bene conoscere le manovre di disostruzione per essere sempre pronti in caso in cui il bambino metta in bocca piccoli oggetti e rischi il soffocamento.
E se non gattona?
Non gattonare non significa che non camminerà.
Alcuni bambini infatti non gattonano, ma passano direttamente dallo strisciare a camminare.
Il gattonamento, nonostante sia comunque uno step importante grazie al quale il bambino impara a organizzare varie parti del proprio corpo nel movimento, non è un passaggio necessario per passare alla fase della camminata.
Quello che possiamo fare è sicuramente osservare i suoi movimenti ed essere certi che non ci siano delle problematiche legate alla deambulazione. In questo caso è bene consultare uno specialista.
Escluse le cause di salute, possiamo stare tranquilli e stimolare il nostro bambino al movimento.
Ora che il vostro bambino riesce a muoversi in autonomia nello spazio avete sono un piccolo problema: fermarlo!
Spronare il bambino al movimento nel modo giusto e non fare danni strutturali specialmente in questo primo periodo può non essere una cosa semplice da gestire. Se vuoi sempre essere sicuro di fare le scelte giuste, ti invitiamo ad entrare in GI FAMILY, dove sarai sempre supportato da Claudia e dagli altri nostri esperti dell’infanzia.