La masturbazione infantile è un fenomeno che non deve preoccupare i genitori, perché si tratta di un’abitudine del tutto normale, sia nei maschi che nelle femmine.
Per evitare che i bambini sviluppino un rapporto conflittuale con il proprio corpo e le loro pulsioni, l’autoerotismo non deve mai essere condannato dai genitori.
Cosa fare se i bambini si masturbano?
Capita spesso alle mamme, ma anche ai papà, di notare che i propri piccoli, anche di pochi anni di età, si trovino in una fase esplorativa dei propri organi genitali.
L’atteggiamento dei genitori, in questo caso, è inizialmente differente: alcuni si preoccupano, altri tendono a non dare molto peso a tali fenomeni, perché li considerano una fase della crescita.
Le esperienze dei bambini, con riferimento all’autoerotismo, sono sempre diverse, e può capitare che un bimbo di 4 anni trascorra molto tempo, nel letto, toccandosi il pisellino e non ne voglia sapere di alzarsi.
Non è il caso di preoccuparsi, perché la scoperta del proprio corpo fa parte di un processo di crescita personale, che non va demonizzata né stigmatizzata, sulla base di antichi pregiudizi in materia.

I pregiudizi sulla masturbazione infantile e i termini connessi
In merito alla masturbazione infantile, in epoche passate sono stati coniati diversi termini, tra cui quello di onanismo pediatrico.
Tale espressione fa riferimento a trattati che furono pubblicati a partire dal XVIII secolo, in cui la masturbazione infantile era considerata la causa di una serie di malattie, generate dalla dispersione dello sperma attraverso tale stimolazione.
Questi pregiudizi pseudoscientifici affondavano le proprie radici nell’oscurantismo più bieco, allo scopo di reprimere il piacere e motivare, con l’insorgere delle malattie, la condanna all’autoerotismo praticato dai bambini.
In particolare, una tristemente famosa opera dell’autore svizzero Samuel Tissot, che trattava dell’onanismo e della sua origine di molte malattie, fomentava il controllo del corpo altrui e contribuiva a innestare un pregiudizio fortissimo, che ancora oggi fa parte della mentalità di molte persone adulte.
Il collegamento che Tissot fece tra le patologie da cui erano affetti i soggetti campionati e le loro abitudini “masturbatorie” era piuttosto grossolano, anche perché non vi fu mai nessun fondamento scientifico alla base di tali affermazioni.
Quando i bambini iniziano a provare piacere?
Fatte alcune premesse di carattere storico, è opportuna una precisazione: gli organi genitali sono strutturati per creare piacere e quindi non ha senso proibire o condannare l’autoerotismo.
Come descritto in molte ricerche scientifiche, la masturbazione infantile, risulta una tappa assolutamente naturale per il bambino, questo comportamento gli permette di scoprire sé stesso e del mondo che lo circonda, toccandosi prova piacere e nasce in lui la voglia ripetere l’esperienza.
Anzi, è sano e normale che una bambina oppure un bambino comincino a masturbarsi, affinché conoscano se stessi e le dinamiche in grado di procurare piacere alla propria persona.
Solo un approccio sano da piccoli porta alla continuazione e alla ricerca di relazioni soddisfacenti da grandi e, successivamente, da anziani, perché la sessualità rappresenta un universo in continua espansione e con un vissuto intimo e diverso per ogni persona.
Perché i genitori potrebbero preoccuparsi di fronte alla masturbazione infantile
A questo punto è necessario soffermarsi sulle ragioni che spingono alcuni genitori a preoccuparsi di fronte al fenomeno della masturbazione dei loro figli.
Considerando che gli adulti, in genere, conoscono la potenza che il piacere sessuale rappresenta, tale fattore può spaventare una mamma o un papà, se lo relaziona ai propri figli.
La principale preoccupazione, nel caso dell’autoerotismo della propria bimba o del proprio bimbo, è soprattutto quella che la ricerca del piacere sia talmente forte da offuscare tutte le altre esperienze arricchenti della vita.
Se ci si sofferma sull’esperienza in sé, racchiusa in un tempo limitato e che si possa ottenere senza particolare impegno, probabilmente sarebbe un peccato se il principale scopo della vita fosse unicamente quello, escludendo altre esperienze.
Proprio per questo, è molto utile che, per la crescita personale dei bambini, questi siano supportati nella coltivazione di altre emozioni e siano incentivati alla ricerca della progettualità, dell’attesa e della costruzione.
Un ragionamento del genere, tuttavia, è valido per i bambini di età superiore ai 7/8 anni.

Il principale obiettivo: l’equilibrio
Di fronte alla scoperta di uno o più episodi di masturbazione infantile, quindi, i genitori devono evitare di sgridare, rimproverare, sculacciare e umiliare i propri figli, sapendo che tali azioni sono controproducenti. Se l’obiettivo è, infatti, quello di far cessare la pratica dell’autoerotismo, in un contesto di pregiudizio, tali mezzi sono destinati a fallire.
I bambini continueranno giustamente a esplorare il proprio corpo e provare piacere, ma se sgridati tenderanno a sviluppare un inutile senso di colpa, che farà capolino nelle successive esperienze a carattere sessuale.
È necessario lasciare che i propri figli si masturbino con serenità, nel totale rispetto della privacy.
Se i genitori desiderano intervenire in questo importantissimo percorso di crescita, in momenti tranquilli possono approfittare per spiegare ai propri figli come sono strutturati i genitali, a cosa servono e quali sono le prospettive della sessualità in età adulta.
Sarà anche possibile utilizzare libri adatti all’età dei bambini, per trarre utili spunti di riflessione con la mamma o il papà; l’importante è, però, che tutto avvenga nella più totale naturalezza e assenza di conflittualità, altrimenti l’angoscia avvertita dai figli potrebbe creare conseguenze dannose sul loro sviluppo psicofisico.
In conclusione
Ciò che fa male, insomma, non è l’autoerotismo infantile, ma il bagaglio di pregiudizi, angoscia, sensi di colpa e sentimenti negativi che alcuni adulti portano con sé.
Uno dei messaggi che è importantissimo trasmettere ai propri figli è proprio l’equilibrio tra i piaceri della vita, che comprende anche quello sessuale. Un simile equilibrio va perseguito con la conoscenza, l’esperienza e anche molta pazienza; tutti buoni motivi per iniziare sin dalla più tenera età a cercare l’equilibrio.
Non è un caso, infatti, che i figli con un rapporto equilibrato con se stessi e il proprio corpo sono inseriti in un contesto familiare altrettanto equilibrato.
Questo è un argomento difficile e se le esigenze primarie sono semplici da gestire anche istintivamente (almeno questo è ciò che spesso crediamo), per gestire situazioni più complesse come questa ci vuole una buona preparazione.
Questo tipo di preparazione avanzata lo forniamo con il nostro percorso “GENITORE FUORICLASSE”.