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Novembre 16, 2023

L’allattamento al seno è un momento speciale di connessione tra madre e figlio, ma può presentare delle sfide, tra cui le ragadi seno. Queste piccole lacerazioni della pelle possono essere molto dolorose e complicare non poco il percorso dell’allattamento, specialmente alla madre. In questo articolo esploreremo i segnali per riconoscere le ragadi, i metodi per guarire e come gestire l’allattamento durante questo periodo.

Come capire se hai le ragadi al seno?

Le ragadi al seno sono delle lesioni cutanee che si presentano spesso come piccole crepe o tagli sulla pelle del capezzolo o dell’areola. Possono essere particolarmente dolorose durante e dopo l’allattamento e sono spesso accompagnate da bruciore o dolore acuto. In alcuni casi possono anche infettarsi, creando non pochi problemi in un momento in cui il neonato ha totale bisogno del latte materno.

Il primo segnale che può indicare la presenza di ragadi è un dolore intenso quando il bambino si attacca al seno. Inoltre, è possibile notare sulla pelle dei capezzoli delle piccole striature rosse o addirittura la presenza di sangue. Queste manifestazioni non devono essere ignorate poiché possono portare a problemi più seri, come infezioni o difficoltà nell’allattamento che possono portare il bambino alla disidratazione se non si interviene per tempo.

Come guarire le ragadi seno?

Per evitare la comparsa di screpolature al seno (che è la cosa migliore) è essenziale mantenere una buona igiene della zona.

Prima di allattare, è fondamentale lavarsi le mani con acqua tiepida. Per la pulizia dei capezzoli, è meglio non utilizzare sapone o detergenti forti, ma piuttosto usare salviettine apposite per la detersione, assicurandosi che gli ingredienti siano naturali, non richiedano risciacquo, e siano privi di sostanze come tensioattivi seccanti o profumi che potrebbero disturbare il neonato. La pulizia ottimale si ottiene con acqua precedentemente bollita e una garza sterile, usando movimenti delicati dall’interno verso l’esterno dell’area di allattamento.

Dopo l’allattamento, è importante lasciare asciugare all’aria i capezzoli o tamponarli con dolcezza, evitando di sfregare, per prevenire l’ammorbidimento della pelle che può derivare dall’indossare un reggiseno con i capezzoli ancora umidi. Si possono usare anche coppette assorbenti traspiranti, da sostituire appena si bagnano.

Non è necessario lavare il seno più di una volta al giorno, né strofinarlo vigorosamente o usare saponi, poiché ciò potrebbe rimuovere i grassi naturali che proteggono la pelle, facendola diventare più secca e incline a irritazioni o screpolature.

Liberare delicatamente alcune gocce di latte e applicarle intorno al capezzolo può essere utile sia prima che dopo l’allattamento, per ammorbidire l’areola e aiutare nella guarigione di piccole crepe.

Per il trattamento e la cura di irritazioni che potrebbero evolvere in dolorose screpolature, spesso gli esperti sconsigliano l’uso di unguenti medicinali, che potrebbero irritare ulteriormente la pelle o alterare il sapore del latte. Di solito, per prevenire la formazione di screpolature al seno, si raccomanda l’uso di oli vegetali come quello di mandorle dolci o di iperico.

ragadi seno

Quanto tempo ci mettono a guarire le ragadi al seno?

Il tempo di guarigione delle ragadi al seno può variare a seconda della gravità delle lesioni e della loro gestione. Se trattate correttamente, le ragadi possono iniziare a migliorare entro pochi giorni, con una guarigione completa che può avvenire in circa una o due settimane. Tuttavia, se le ragadi non vengono curate adeguatamente o se persiste una suzione scorretta, il processo di guarigione può allungarsi.

È importante non interrompere l’allattamento, a meno che non sia strettamente necessario e consigliato dal medico, perché l’allattamento stesso può aiutare il processo di guarigione. Se il dolore è insopportabile, può essere utile l’uso di un tiralatte per dare sollievo al seno e continuare a stimolare la produzione di latte.

Come allattare con le ragadi sanguinanti?

Allattare con le ragadi sanguinanti può essere un’esperienza molto dolorosa. Tuttavia, è importante continuare ad allattare per promuovere la guarigione e mantenere la produzione di latte. Quando si allatta con ragadi sanguinanti, si può provare a cambiare spesso posizione per ridurre la pressione sulle aree più doloranti. Utilizzare un cuscino per allattamento può anche aiutare a trovare una posizione più confortevole.

Se il sanguinamento è abbondante o se si avverte troppo dolore, è consigliabile consultare un medico o un consulente di allattamento IBCLC che possa offrire soluzioni alternative per il periodo di guarigione, come l’utilizzo del tiralatte e l’alimentazione del bambino con il latte estratto.

Come si fa a capire se sono ragadi?

Riconoscere le ragadi è spesso una questione di osservazione e sensazioni. Oltre al dolore e alla comparsa di lesioni cutanee, altri segnali possono includere cambiamenti nel colore della pelle del capezzolo o dell’areola, che può diventare più scura o arrossata.

In caso di dubbio, è sempre consigliabile cercare il parere di un professionista sanitario, come il proprio ginecologo, il pediatra o un consulente di allattamento IBCLC, che potrà confermare la diagnosi e fornire consigli specifici per la cura e il trattamento delle ragadi.

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Fonti

Niazi A, Rahimi VB, Soheili-Far S, Askari N, Rahmanian-Devin P, Sanei-Far Z, Sahebkar A, Rakhshandeh H, Askari VR. A Systematic Review on Prevention and Treatment of Nipple Pain and Fissure: Are They Curable? J Pharmacopuncture. 2018 Sep;21(3):139-150. doi: 10.3831/KPI.2018.21.017. Epub 2018 Sep 30. PMID: 30283701; PMCID: PMC6168189.

Dott.ssa Claudia Denti

Laureata in Scienze dell’Educazione, si occupa di aiutare i genitori a crescere bambini sani e felici secondo principi validati dalla comunità scientifica.
Fondatrice di Genitore Informato e ideatrice del metodo Sonno Felice - certificata Sonno Sicuro e Primo Soccorso Pediatrico - supporta i genitori nel loro viaggio dal 2014.

Dott. Severino Cirillo

Laureato in Community Health, è il CEO di Genitore Informato e si occupa di validare l'informazione scientifica del blog e coordinare il team di esperti della redazione, composto da ginecologi, ostetriche, psicoterapeuti e altre figure del benessere e della salute in gravidanza, perinatale e genitoriale.

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