Una delle preoccupazioni principali di un genitore, quando arrivano i 6 mesi o in alcuni casi anche prima, è lo schema svezzamento. Svezzare un bambino può essere un’impresa semplice o un incubo, a seconda del bambino e dell’atteggiamento dell’adulto. Che tu decida per uno svezzamento classico o un autosvezzamento, dovrai in ogni caso seguire un po’ di regole per una nutrizione adeguata del tuo piccolo che finora è stato sostenuto solo dal latte materno o dal latte artificiale. Vediamo insieme nell’articolo di oggi come gestire uno schema svezzamento adeguato.
Come gestire gli orari dello svezzamento?
L’ideale, ovviamente, sarebbe che il bambino seguisse gli orari dei pasti della famiglia, sempre tenendo conto delle sue esigenze di nutrizione e idratazione: come dovresti sapere, non si può dare l’acqua al neonato prima dello svezzamento e quindi la parte di idratazione passerà adesso dal latte, da qualche cibo solido o pappe e in minor parte dall’acqua che il bambino non è ancora abituato a bere.
Se da una parte uno schema di questo tipo, anche riguardante gli orari, è meglio che venga suggerito dal vostro pediatra, è anche una buona cosa abituare il bambino (e il suo ciclo circadiano e digestivo) agli orari della famiglia che includano pasti e merende, così che possa rimanere sempre ben nutrito e integrato nella vita sociale familiare.
Naturalmente, nel consigliare questo, presupponiamo che la famiglia abbia abitudini di nutrizione già sane: se così non fosse, anche quello andrà sistemato e lo svezzamento del bambino è un’ottima occasione per intervenire su molte dinamiche familiari che magari in una situazione diversa rimarrebbero invariate.
Quali sono le tappe dello svezzamento?
Se parliamo dello svezzamento classico, principalmente le tappe sono qualcosa di simile all’elenco che vedrai qui sotto:
- Introduzione dei primi assaggi: generalmente si inizia intorno ai 6 mesi di età del bambino, offrendo piccole quantità di alimenti complementari, come puree di frutta e verdura, iniziando con una sola volta al giorno. Si può anche offrire una quantità ridotta di cereali per neonati,d mescolati con il latte.
- Incremento delle porzioni: man mano che il bambino diventa più abituato ai sapori e alle consistenze degli alimenti, si possono aumentare le quantità e la frequenza di introduzione degli alimenti complementari. Gradualmente si passa da una volta al giorno a due e poi a tre pasti.
- Introduzione di alimenti proteici: dopo qualche settimana dalla prima introduzione dei cibi solidi, si possono iniziare ad introdurre le proteine, come carne, pesce o legumi, insieme ai carboidrati.
- Introduzione di cibi più complessi: verso i 9-10 mesi si può iniziare a introdurre cibi più complessi, come alimenti con consistenza e forma diversa, come pasta, riso, uova, formaggio e yogurt.
- Graduale riduzione del latte materno o artificiale: durante il processo di svezzamento, il bambino gradualmente inizierà a consumare sempre meno latte materno o artificiale, fino a quando non raggiunge la “totale” indipendenza dal latte, dove la maggior parte dei nutrienti quotidiani provengono da cibo “adulto”.
Questo discorso, naturalmente, vale se non stiamo parlando di autosvezzamento, perché in quel caso le dinamiche sono completamente diverse, così come le modalità di nutrizione del bambino.

Schema svezzamento: serve usare le tabelle dello svezzamento?
Veniamo a noi. In parte, decisamente sì: se si decide di impostare uno svezzamento classico, le tabelle possono aiutare nel capire le quantità di ogni alimento e la gestione degli orari per il nuovo cibo del bambino. Una cosa è importante da sapere, però: tutti i bambini sono diversi, hanno pesi e misure diversi, apparati digerenti diversi e tolleranze diverse alle esperienze e ai singoli alimenti.
Le tabelle e gli schemi, dunque, possono essere solamente delle linee guida generali per aiutarti a comprendere in quali ordini di grandezza mantenere i vari nutrienti e – se non hai basi di nutrizione – tramite quali cibi o bevande fare in modo che il bambino li riceva.
Naturalmente è sempre una buona idea studiarsi un semplice manuale di nutrizione, così da comprendere come funzionano i vari cibi e come in realtà il nostro corpo reagisce ai singoli alimenti e alle varie combinazioni, così da rendere più semplice anche il percorso dello svezzamento.
“Il mio bambino non mangia niente!”
Questo è uno dei miti più presenti, che sentiamo più spesso dai genitori con cui lavoriamo. Spesso crediamo che il bambino non mangi perché ai pasti rifiuta qualcosa. Prima di tutto non ci rendiamo conto di quanto sia più piccolo del nostro lo stomaco di un bambino, che quindi si riempie molto meno.
Poi, non contiamo molti dei cibi che effettivamente mangia: magari al pasto lascia lì i broccoli e noi a merenda lo ingozziamo di pizzette o caramelle e non le contiamo nel totale di ciò che ha mangiato, così come saltiamo fette biscottate, pane e piccolezze varie.
Spesso, infatti, noi chiediamo: “il bambino ha perso peso”? E la risposta è invariabilmente no.
Questo diventa un bel problema anche quando stiamo seguendo uno schema svezzamento, perché dei molti alimenti che il bambino rifiuta, non contiamo le calorie, considerandole perse, mentre allo stesso tempo ci dimentichiamo di contare quelle del pane e delle merendine. Se invece il bambino sta perdendo peso (e può naturalmente succedere), a quel punto urge una visita dal pediatra, che è l’unico che può dare pareri sensati sulla situazione del tuo bambino.

Perché non ti diamo uno schema dello svezzamento?
Lo sappiamo, probabilmente in questo articolo ti aspettavi di trovare uno schema svezzamento precompilato. Questo non avverrà, perché non ha molto senso: prima di tutto non conosciamo il tipo di svezzamento che hai scelto per il tuo bambino, poi non conosciamo il tuo bambino e le abitudini della tua famiglia, su cui basare poi il piano nutrizionale. Per noi, inserire una tabella con dati a caso ha poco senso e decisamente non sarebbe di aiuto.
Per queste cose, la scelta migliore è affidarsi al proprio pediatra o a un nutrizionista infantile che conoscerà te e il tuo bambino e saprà darti il piano migliore possibile, da rimodellare nel tempo. Se invece c’è una cosa su cui possiamo sicuramente aiutarti, è la gestione del momento del pasto, quella sì.
Un’ottima gestione dei pasti.
Noi di Genitore Informato sappiamo che il momento dei pasti può diventare un momento critico, sia a livello di nutrizione che specialmente a livello di abitudini di comportamento. Capita spesso che infatti i nostri bambini siano intrattabili durante i pasti, lancino il cibo, si sporchino pesantemente, urlino… il pasto può diventare un vero caos quando abbiamo smesso con le poppate. Per questo abbiamo creato la guida Mangio Tutto, che ti permette di creare l’ambiente perfetto in cui mangiare in pace con il tuo bambino.